Mobilità elettrica in Italia: facciamo il punto

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La sostenibilità è diventata un pilastro fondamentale nella vita delle persone e l’impatto ambientale delle scelte quotidiane è spesso preso in considerazione in diversi settori, compreso quello dei trasporti. Tuttavia, l’Italia sembra essere un po’ indietro rispetto ad altre città europee in termini di mobilità “green”.

Vendite di auto elettriche in calo

Come riporta ACEA, nel 2022 in Italia si è registrata una diminuzione delle immatricolazioni di autovetture elettriche rispetto agli anni precedenti e i veicoli elettrici immessi su strada rappresentano appena il 9% di tutte le immatricolazioni. Questa inversione di tendenza è un evento significativo dopo diversi anni di crescita costante nel settore. Tale decremento può essere attribuito a diversi fattori, tra cui le modifiche apportate dal governo riguardo agli incentivi per la mobilità elettrica, il cosiddetto ecobonus. Ciò può aver inciso in maniera negativa sulle preferenze degli automobilisti.

Inoltre, l’incremento dei prezzi dell’energia provocato dal conflitto Russo-Ucraino ha reso più complesso l’approvvigionamento delle materie prime e quindi ha spinto le persone a preferire soluzioni alimentate da combustibili fossili, considerate più convenienti. Infine, è importante considerare anche la “crisi del microchip”, che ha causato ritardi nella produzione e nei tempi di consegna di tutte le tipologie di auto, comprese quelle elettriche. Questa situazione potrebbe aver spinto le persone a considerare auto in pronta consegna o veicoli usati.

Tutte queste problematiche, però, possono essere arginate optando per le offerte di auto elettriche a noleggio. Scegliendo un contratto di noleggio a lungo termine, infatti, non bisogna sostenere i costi relativi all’acquisto della vettura, si possono scegliere delle auto già disponibili presso la compagnia di noleggio e inoltre è possibile includere la carta di ricarica per il rifornimento presso le colonnine di ricarica situate sul territorio.

Le colonnine di ricarica

Un’altra criticità della mobilità elettrica è rappresentata dalla rete di infrastrutture per la ricarica presenti sul territorio. Secondo le ultime stime di Motus-E (effettuate a maggio 2023), sul territorio italiano sono presenti circa 40.000 punti di ricarica ad accesso pubblico. Di questi, la metà o poco più risulta funzionante. Si tratta di un dato incoraggiante, poiché due anni fa i punti di ricarica non erano nemmeno 10.000.

Tuttavia, su autostrade e nodi autostradali, le colonnine presenti non sono nemmeno 500. Questo è un elemento particolarmente critico, perché scoraggia i possessori dell’elettrico nell’effettuare viaggi piuttosto lunghi, anche se gli esperti prevedono almeno un raddoppio entro il prossimo quinquennio.  Ad oggi, però, i tempi necessari per tali installazioni sono piuttosto lunghi, specialmente per quanto riguarda le autorizzazioni per l’allaccio alla rete.

Un’altra problematica è rappresentata dalla potenza di ricarica. La maggior parte dei punti di ricarica diffusi in Italia è a ricarica lenta, cioè fino a 22 kW. Ciò significa che per completare un ciclo di ricarica ci vogliono diverse ore. Le colonnine definite fast charge, invece, hanno una potenza da 50, 100 o 150 kW e permettono una ricarica in poco tempo. Solo in pochissime zone ci sono le colonnine ultra fast, con una potenza pari a 350 kW, che permettono all’automobilista di effettuare una ricarica completa in poche decine di minuti. D’altra parte, però, molte persone hanno una colonnina di ricarica privata e ciò è dovuto anche grazie al Superbonus 100%. 

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